lunedì 12 novembre 2012

Fiat 127, l’ auto che consacrò in Italia il tutto avanti


Sono appena iniziati gli anni settanta e qualcuno si illude possano far resuscitare i mitici ’60, ma i più attenti sanno bene che qualcosa sta cambiando e non solo nei costumi, frantumati dalla grande contestazione giovanile che da noi arriva proprio in quegli anni e non soltanto dalle logiche stragiste che costellano quel periodo. Stanno cambiando anche i tempi e velocemente, ci allontaniamo dagli anni del boom economico per lanciarci  nella sfortunata crisi economica di metà decennio, anticipata o forse causata, dalla storica crisi energetica degli anni di mezzo. La Fiat va a gonfie vele, ma ai vertici dell’ azienda qualcuno si accorge che per  mantenere alto il buon nome dello storico marchio, si dovrà procedere ad una profonda rivoluzione nella tecnologia,  per le utilitarie, la soluzione del ” tutto dietro “, motore e trazione posteriore. In effetti nel nord Europa, con la Mini, si sperimenta il tutto avanti, ed è un successo.  Ci prova anche la Fiat  in previsione della sostituzione della mitica 850, ma prima di farlo usa come cavia un marchio appannato di quegli anni, l’ Autobianchi  appena acquisito nel 1969. Il lancio di una auto che serva da apripista avviene con la A/112 ed è un grande successo.

La produzione della Fiat 127, mitica city car, avviene nel 1971, ma un anno prima vengono tolti i veli al prototipo che comincia a circolare furtivamente e camuffata per Torino e Mirafiori. La stampa se ne innamora già dalle foto rubate del tempo, è immediato e nulla la accosta all’ auto che sta sostituendo, sia nelle forme, che nella tecnica, così come nel confort. La soluzione del tutto avanti non da solo benefici di tenuta e di prestazioni, ma lascia più spazio all’ abitacolo e consente  la nascita del portellone, una rarità in quel tempo e che farà la sua apparizione negli anni a seguire. A dare le forme della innovativa autovettura una celebrità, nientemeno Pio Manzù  figlio di Giacomo, uno scultore di rilevantissimo spessore. La linea della 127 è piacevole, gradevole, sconcertante per alcuni, disorientati dalle nuove forme dell’ auto, ed è dotata di un motore brillante per il periodo, lo storico 903 che sviluppa 47 cavalli . Molto apprezzata per il comportamento su strada, stabile e dalla tenuta sicura, niente a che vedere con le sue antenate, ma quello che colpisce è il confort, abituati alla logica tradizionale dell’ utilitaria scomoda. Raggiunge la massima velocità di 140 KM/h e un consumo pari a 6,9 litri per cento chilometri. Ottima la frenata, per la prima volta, su un’ auto di quel segmento( si sperimentano i freni misti, a disco anteriori e a tamburo posteriori), che accorciano gli spazi di arresto, tenuto conto del peso della vettura  è aumentato a 700 kg.
La 127 diventa presto la vettura per l’ italiano medio, alla prima versione si affianca nel 1974, la Special, qualche cavallo in più, un leggero restyling alla carrozzeria e agli interni. Il  cambiamento nello stile avverrà nel 1977, quando la concorrenza estera si fa agguerrita, pensiamo alla Renault 5, alla Golf della Wolkswagen e alla Fiesta della Ford. Quell’ anno si fa bella mostra nei concessionari e la nuova 127 si presenta  meno utilitaria, più auto per viaggiare, nelle versioni Confort, Lusso e Confort Lusso. Aumenta la cilindrata, si abbandona il 903 a favore di un 1.050 da 50 CV, è più accessoriata, potente e confortevole. L’ anno dopo, si consacra il successo della Sport da 70 CV, passata ad un 1.3 col primo cambio a 5 rapporti per la categoria in Casa Fiat. Il diesel con la versione Rustica la 147 brasiliana, fanno parte di tutto il percorso che quest’ auto compie durante la sua lunga vita, cessata dopo ben 16 anni di  successi, a favore di un’ altra vettura storica della Casa italiana, la UNO, capace di trainare l’ azienda ai vertici della classifica delle vendite, un primato detenuto dalla 127 per tanti anni, venduta in oltre tre milioni e 600 mila esemplari.

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